Ferioli, è tutta una questione di mani

18/01/2024

Conosciamo meglio il preparatore dei portieri biancazzurri!

E’ tutta una questione di mani. Le mani, quelle dei portieri, nelle sue mani di preparatore. Raffaele Ferioli è l’uomo che si prende cura dei numeri 1 dello United Riccione e lo fa seguendo una regola semplice e precisa: “Solamente il lavoro può garantire il successo”.
Classe 1975, figlio d’arte (il papà Gino giocò nella Juventus di Capello, Bettega e Furino prima di un’ottima carriera in B e in C1), è allenatore professionista con abilitazione per tutte le categorie fino alla Serie A. Per 5 anni ha allenato i portieri del Grosseto in Lega Pro (due campionati vinti e un playoff per la B), un’esperienza in Sicilia e poi l’approdo a Riccione, a stagione iniziata.
“La chiamata dello United Riccione è arrivata inaspettata -racconta- la stagione era già iniziata ed io stavo lavorando per tornare nei professionisti. Ma ad una società così non potevo dire di no, conoscevo già il Direttore Generale Capaldi con cui avevo condiviso l’avventura di Grosseto e con il Presidente Cassese c’è stato subito un ottimo feeling. E così abbiamo cominciato a lavorare.”
Due portieri con i quali lavorare ad inizio stagione, poi un cambio in corsa: “Servalli e Bracaj sono due ottimi portieri, non li avevo scelti direttamente ma abbiamo lavorato molto bene insieme. Stiamo parlando di due ragazzi del 2004 con percorsi e trascorsi differenti, il primo arrivava dal Torino, l’altro dall’Eccellenza ma su entrambi è pesata la poca esperienza. Personalmente colgo l’occasione per ringraziarli per quello che mi hanno dato, sia professionalmente che umanamente. A dicembre, concordate le loro cessioni, abbiamo scelto un ‘03, Alberto Rossi, un ragazzo di grande personalità che ha qualità importanti e tanta voglia di lavorare. Credetemi -chiosa Ferioli- il lavoro è l’unica strada per il miglioramento e il successo”. In rosa ora ci sono anche Bulgarelli, classe 2005 e  il terzo portiere Sparaventi: “E’ un piacere poter lavorare con loro, uno è un ragazzo di prospettiva che viene da un infortunio ma ha ambizione e qualità, l’altro è  figlio di Riccione, titolare della Juniores, un ragazzo eccezionale”.
Prima di chiudere Ferioli da uno sguardo ai risultati e al progetto: “Personalmente sono contento del lavoro che riesco a fare con i ragazzi, già il fatto che riescano a sopportarmi è molto! Io pretendo tanto ma lo faccio per loro, negli anni, alcuni ragazzi che hanno lavorato con me sono arrivati nei professionisti, Barosi oggi è ad Ascoli con un quadriennale, è questo che mi auguro per loro. Come squadra è palese che abbiamo dovuto cambiare in corsa gli obiettivi ma sono certo che ci aspetti un’ottima seconda parte di stagione. Insieme a Riolfo e allo staff si lavora bene, 12 ore al giorno, convinti che questa squadra debba ancora esprimere il suo potenziale. Lo staff è coeso, ci confrontiamo, io provo, nel rispetto dei ruoli, a portare la mia esperienza dedicando tutto me stesso al progetto. Purtroppo il calcio non è scienza esatta e anche gli obiettivi vanno tarati strada facendo. Ciò che conta è lavorare serenamente e con impegno costante”.

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